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Il Canarino

Classe: Aves

Sottoclasse: Neornithes

Infraclasse: Neoaves

Parvoclasse; Passerae

Superordine; Passerimorphae

Ordine: Passeriformes

Sottordine Passeri

Parvordine: Passerida

Superfamiglia: Passeroidea

Famiglia: Passeridae

Sottofamiglia: Fringillidae 

 

Genere: Serinus 

SpecieS. canaria

La forma ideale della gabbia è quella rettangolare. Maggiori sono le dimensioni, maggiore sarà il comfort per il canarino, soprattutto se avrà la possibilità di compiere qualche breve volo. L’esercizio fisico è infatti molto importante per la salute di questi uccellini. Le dimensioni devono essere sviluppate più in senso orizzontale che nel senso dell’altezza, e quelle ideali minime sono di 100-120 cm x 30 x 30. Scegliete un modello che, oltre che robusto, sia anche pratico da pulire, senza tante decorazioni o fronzoli di vario tipo, e che permetta di inserire e togliere i contenitori del cibo e dell’acqua dall’esterno.

La sistemazione della gabbia è molto importante per il benessere dei suoi occupanti. I canarini hanno un maggior senso di sicurezza se la gabbia è posta relativamente in alto, perché in natura trovano rifugio volando nei rami più alti degli alberi. La sistemazione ideale è in un posto tranquillo, senza rumori molesti (lavatrice, televisione, radio o tv a tutto volume) o schiamazzi. Scegliete un punto luminoso, ma non colpito dalla luce diretta dal sole, che può causare una temperatura eccessiva e provocare la morte dell’uccellino.

La cucina non è una stanza indicata, perché l’apparato respiratorio degli uccelli è molto più delicato e sensibile del nostro. I vapori che si sviluppano in cucina possono essere nocivi o mortali per questi uccellini, come ad esempio quelli dei prodotti per pulire il forno o delle pentole antiaderenti surriscaldate. Anche il fumo di sigaretta e alcuni tipi di deodoranti per ambienti vanno evitati alla presenza di uccelli. A causa della tossicità degli scarichi delle macchine, anche un garage non è una buona sistemazione. Attenzione a spray antiparassitari contro le mosche o le zanzare, o ad insetticidi per le piante.

Come ultima precauzione, fate attenzione affinchè la gabbia non sia a portata di cani, gatti, furetti e bambini molto piccoli.

I canarini hanno bisogno di poter dormire tranquilli per un numero adeguato di ore. Se non è possibile sistemare la gabbia in una stanza buia, la sera deve essere coperta con un panno e collocata in una zona più silenziosa possibile, fino alla mattina successiva.

 

 

Posatoi

Elementi indispensabili della gabbia, ai posatoi raramente si presta la giusta attenzione. Posatoi corretti sono tuttavia molto importanti per mantenere le zampe in buona salute. Il diametro del posatoio deve essere tale da non permettere alle dita di circondarlo completamente, mentre quasi sempre i posatoi che si trovano nelle gabbie sono di diametro nettamente insufficiente. Inoltre i vari posatoi dovrebbero avere diametri diversi, in modo da permettere un buon esercizio delle zampe e impedire che il peso dell’animale gravi sempre sugli stessi punti del piede. In mancanza di posatoi adeguati si possono utilizzare dei rametti naturali (evitate tutte le piante resinose), opportunamente fissati. Anche delle corde che dondolano sono adatte come posatoi, e in genere molto gradite dai canarini.

E’ molto importante che i posatoi siano sempre puliti, perché se si ricoprono di deiezioni anche la salute delle zampe ne risentirà.

 

Vaschette per il bagno

Fare il bagno è per i canarini un gran piacere, e aiuta inoltre alla salute delle penne, della pelle e delle zampe. L’acqua per il bagno deve essere lasciata a disposizione tutti i giorni, utilizzando le apposite vaschette coperte da appendere alla gabbia o dei semplici recipienti bassi da mettere sul fondo (è sufficiente un centimetro d’acqua). E’ ovvio che l’acqua del bagno deve essere sempre pulitissima, e va cambiata almeno una volta al giorno, dopo aver lavato con cura il recipiente.

 

Zanzariera

Le zanzare rappresentano una seria minaccia per i canarini: non solo la loro puntura causa direttamente delle lesioni alla pelle, ma può trasmettere il temibile virus del vaiolo. Per proteggere i canarini dalla puntura di questi fastidiosi insetti è indispensabile coprire ogni sera la gabbia con una zanzariera (un velo di tulle, o anche un semplice telo leggero) che impedisca alle zanzare di arrivare ai canarini.

 

Una scrupolosa igiene della gabbia e degli accessori è indispensabile per mantenere i canarini sani e prevenire molte malattie. Le operazioni di pulizia sono notevolmente facilitate se si utilizza una griglia sul fondo della gabbia, in modo che gli uccellini non vengano in contatto con le loro feci, e con i rimasugli di cibo caduti che possono essersi contaminati con le deiezioni. Sotto la griglia, sul fondo, si pone un semplice foglio di giornale, o della carta da cucina. Ogni giorno si deve sostituire il foglio di carta e lavare la griglia. Non è consigliabile utilizzare del materiale granulato sul fondo, per assorbire le deiezioni, perché comunque la pulizia del fondo va eseguita tutti i giorni, e un foglio di carta ha il vantaggio che permette di poter osservare con chiarezza le deiezioni, il che è un controllo importantissimo dello stato di salute del canarino.

Almeno una volta al giorno è necessario spazzare dal pavimento i residui di cibo e le penne che finiscono inevitabilmente in terra (non solo per una questione di pulizia, ma anche per evitare di attirare insetti o altri ospiti sgraditi).

Ogni giorno occorre lavare i recipienti del cibo e dell’acqua. E’ preferibile averli in doppio, in modo da sostituirli con un set pulito mentre si lasciano in ammollo quelli utilizzati il giorno precedente. I recipienti vanno lavati con acqua calda e sapone, aiutandosi con uno spazzolino per rimuovere con cura ogni traccia di sporcizia, e risciacquati bene. Una volta la settimana, dopo il lavaggio devono essere disinfettati lasciandoli in ammollo per alcuni minuti in varechina diluita o qualche altro disinfettante, e poi risciacquati con molta cura.

Anche l’intera gabbia deve essere sottoposta ad una pulizia approfondita, una volta la settimana. Trasferito il canarino al sicuro in una gabbietta provvisoria, togliete dalla gabbia posatoi, recipienti, vaschette per il bagno, giochi e ogni altro oggetto asportabile, che verrà lavato a parte. Lavate bene la gabbia con acqua e sapone, aiutandovi con una spazzola per rimuovere tutta la sporcizia e le incrostazioni, e risciacquate con cura. Quando la gabbia e gli accessori sono asciutti, rimettete il canarino nella sua gabbia.

 

L’alimentazione è l’aspetto più importante dell’allevamento dei canarini. I canarini sono considerati uccelli granivori (che si alimentano di semi), tuttavia la dieta naturale degli uccelli granivori molto raramente è rappresentata da semi secchi, che spesso rappresentano invece la dieta di base degli uccellini in cattività. La maggior parte dell’anno, gli uccelli granivori allo stato libero consumano semi freschi direttamente dalla pianta. Questi semi hanno un valore nutritivo molto maggiore dei semi secchi conservati per mesi, se non per anni, che hanno perso buona parte del loro contenuto vitaminico, e sono talvolta attaccati da muffe o irranciditi. Inoltre in natura gli uccelli “granivori” consumano sempre una parte di proteine animali sotto forma di insetti.

La dieta “classica”, basata esclusivamente, o quasi, sulle miscele di semi, è tutt’altro che ideale. I semi sono troppo ricchi di grassi, carenti di proteine, di molte vitamine (in particolare di vitamina A) e di calcio. Il loro valore nutritivo diminuisce ulteriormente se non sono freschi: più sono vecchi e meno sono nutrienti. Una stima approssimativa del valore nutritivo di una partita di semi si può ottenere facendone germogliare una piccola quantità, e valutando la percentuale di quelli che non si aprono. Più è alta, più la partita è vecchia.

La dieta deve essere bilanciata e nutriente durante tutto l’anno, non solo durante il periodo riproduttivo. Non è pensabile mantenere dei canarini a una dieta di semi e acqua (analoga ad una dieta di pane e acqua per una persona) per nove mesi, e “pomparli” con una alimentazione adeguata per il tempo restante. Una dieta carente è una delle cause principali dei problemi riproduttivi. La percentuale di proteine deve essere aumentata durante la riproduzione e la muta, ma la lista degli ingredienti non deve variare durante tutto l’anno. Quindi oltre ai semi, si devono offrire ai canarini ogni giorno una varietà di alimenti. Ecco elencati di seguito tutti gli ingredienti della dieta dei canarini.

Il cibo deperibile deve essere messo fresco la mattina, e tolto la sera. In estate occorre essere ancora più solerti nell’eliminare dalla gabbia gli alimenti deteriorabili, che possono andare a male con estrema rapidità.

 

La cioccolata è tossica negli uccelli!

Semi

I diversi tipi di semi spesso sono miscelati dagli allevatori secondo “ricette” segrete che ognuno si inventa. Abbiamo il misto di semi “europeo” la cui base è la scagliola con aggiunta di miglio, panico, niger, colza-ravizzone, canapa, lino avena decorticata, perilla e altro. Ci sono anche misti per “esotici” con miscele più bilanciate, composte di una maggior varietà di semi che comprendono anche semi di piante di campo.

Negli ultimi tempi sono comparsi sul mercato i cosiddetti “semi della salute”, che non sono altro che miscele di semi di erbe di prato, che non rientrano nella miscela normale, e che sono molto utili per integrare la dieta. Si somministrano in una piccola mangiatoia separata, alla dose di un cucchiaino per uccello, due-tre volte la settimana, e tutti i giorni da un mese prima della cova fino allo svezzamento dei pulcini.

Semi germinati

Si preparano lasciando i semi in ammollo per 24 ore, dopo di che si risciacquano (abbondantemente, in acqua corrente, lavandoli a lungo) e si attendono altre 24-48 ore lasciandoli a 15-20°C.

Dal punto di vista della composizione si differenziano dai semi secchi solo per il contenuto di acqua, che è maggiore. Si differenziano inoltre per la maggior appetibilità e digeribilità, ma non ci sono altre differenze, e in particolare non varia il contenuto di vitamine. I semi germinati presentano tuttavia degli svantaggi rispetto ai semi secchi: hanno una carica microbica molto alta e si conservano pochissimo (non vanno lasciati a disposizione più di due ore, soprattutto nei periodi caldi) perché favoriscono lo sviluppo di muffe e batteri.

Per ridurre la carica batterica si può mettere nell’acqua d’ammollo varechina (o candeggina, o amuchina, o Milton, che sono tutti prodotti analoghi), risciacquando poi in modo abbondante in acqua corrente. Un’alternativa consiste nel bollire i semi per sterilizzarli distruggendo muffe e batteri, ma in questo modo si distruggono anche parte delle vitamine.

Si possono offrire ad esempio broccoli, spinaci, insalata romana, radicchio, foglie di carota, carote grattate, cicoria, insalata belga, costa, catalogna. Se reperibile, il dente di leone, o tarassaco, è tra i vegetali più nutrienti e ricchi di calcio. I vegetali freschi sono ricchi di acido folico, che è importante per lo sviluppo dell’embrione. Tutti i vegetali adatti al consumo umano, eccetto l’avocado, possono essere offerti ai canarini. Il mais tenero è molto nutriente ed apprezzato. Molto utili sono i vegetali di colore arancio e verde scuro, ricchi di beta-carotene, precursore della vitamina A. Le foglie intere possono essere messe in un barattolo pieno d’acqua, per mantenerle fresche più a lungo. Le parti verdi e le foglie di pomodoro e patata sono tossiche!

Carboidrati

Pane secco integrale grissini o fette biscottate integrali a pezzetti, patate dolci

Proteine

Uovo sodo, formaggio grattato, tonno al naturale, pastoncino, larve di insetti. Anche piselli e fagioli lessi sono una fonte di proteine.

Il pastoncino

Nell’alimentazione a base di semi, il pastoncino fornisce l’indispensabile integrazione proteica che bilancia la dieta. Il pastoncino può anche essere fatto in casa miscelando pane, olio, uova e integratori minerali-vitaminici. La composizione ed il valore nutritivo dei pastoncini del commercio sono quantomeno dubbi, sia per la mancanza di controlli, sia perché spesso vengono fabbricati con materie prime di scarto. Il pastoncino deve essere lasciato a disposizione nella quantità consumata in giornata, e rinnovato tutti i giorni, altrimenti favorisce lo sviluppo di microrganismi dannosi, in particolare muffe.

Minerali

Una fonte di calcio è essenziale per la formazione del guscio e lo sviluppo del pulcino. Si può utilizzare l’osso di seppia, oppure guscio d’uovo sterilizzato o carbonato di calcio in polvere distribuito sugli alimenti verdi.

Alimenti formulati

Sono alimenti, estrusi o pellettati, in cui tutti gli ingredienti sono mescolati insieme (come accade per il cibo in crocchette per cani e gatti). In questo modo ogni singolo boccone è completo e bilanciato l’uccellino non può scegliere i bocconi preferiti a discapito di altri, per cui la sua dieta è sempre completa. I cibi formulati sono molto pratici, non hanno il problema di dovere bilanciare i diversi ingredienti e di aggiungere integrazioni minerali e vitaminiche, hanno un’ottima conservabilità e impediscono gli sprechi. Occorre avere la precauzione di non effettuare in modo brusco il passaggio dalla tradizionale alimentazione a base di semi e pastoncino ad una in pellet, altrimenti il canarino potrebbe rifiutare il nuovo tipo di cibo, che non conosce, e lasciarsi morire di fame. Ancora più importante è la scelta di una marca di qualità eccellente, che garantisca una composizione ottimale.

Se si offre una dieta formulata come base dell’alimentazione, non si devono somministrare vitamine, che risulterebbero in eccesso visto che sono già contenute in quantità ottimale in questo tipo di alimento.

L’alimentazione per i canarini di colore

Alcuni tipi di canarini, detti “a fattore rosso”, devono la loro colorazione a dei pigmenti che assumono con l’alimento. Perché questi animali possano manifestare in pieno la bellezza del loro colore devono ricevere, durante il periodo della muta, un’apposita integrazione. In genere vengono utilizzate insieme due sostanze, la cantaxantina e il beta carotene, che sono del tutto innocue; li si possono trovare in appositi integratori da aggiungere all’acqua, o sotto forma di cibo pronto. La somministrazione inizia poco prima della muta, e va protratta per tutto il periodo della muta, che dura circa sei settimane, in modo che i pigmenti colorati vengano inglobati nella struttura delle penne.

Acqua

I contenitori ideali per l’acqua sono rappresentati dai beverini a tubo, che mantengono l’acqua più pulita. E’ tuttavia indispensabile che il contenitore dell’acqua sia lavato con cura tutti i giorni, in modo da fornire sempre acqua pulita e fresca ogni giorno.

 

Gli uccelli ricavano un beneficio notevole dall’esposizione alla luce solare diretta, non filtrata da vetro o plastica. Infatti le radiazioni ultraviolette contenute nella luce solare stimolano nella pelle la formazione della vitamina D, che è indispensabile per far assorbire il calcio contenuto nell’alimento. Tuttavia occorre lasciare sempre a disposizione una zona d’ombra, in cui l’uccellino possa ripararsi dalla calura eccessiva. In caso contrario si può verificare la morte per un colpo di calore.

 

La possibilità di volare e di fare esercizio è particolarmente importante per la femmina, per permetterle di sviluppare la muscolatura che utilizzerà per deporre l’uovo, tuttavia tutti i canarini devono avere la possibilità di compiere almeno dei brevi voli. Per questo motivo la gabbia deve avere una dimensione sufficiente, ed essere in particolare più sviluppata in larghezza che in altezza, con dei posatoi a distanza adeguata, che non interferiscano con il volo. Ovviamente per i canarini la sistemazione ideale sarebbe un’ampia voliera, in cui la possibilità di volare è garantita al massimo

 

 

Caratteristiche riproduttive dei canarini:

Maturità sessuale: l’anno successivo alla nascita

Uova per covata: 3-5

Giorni di incubazione12-14

Svezzamento: alimentati dai genitori per 28 giorni

Sviluppo delle penne 11-17 giorni

Involo: 17-20 giorni

I canarini raggiungono la maturità sessuale a 10 mesi; questo significa che solo i piccoli della prima cova saranno pronti per la riproduzione l’anno successivo, gli altri dovranno aspettare ancora un anno. I riproduttori devono essere sani, devono avere un partner gradito, avere a disposizione dei nidi e del materiale adeguato per imbottirli, un’alimentazione corretta e in quantità sufficiente, essere alloggiati ad una temperatura minima di 15°C ed avere un fotoperiodo adeguato (14-15 ore). La gabbia deve essere di dimensioni sufficienti a permettere una certa attività fisica, all’incirca 100 x 50 x 80 cm. L’umidità ambientale ideale è del 60-80%; un’umidità inferiore causa problemi di schiusa, mentre un’umidità troppo elevata favorisce lo sviluppo di muffe e batteri. Un altro fattore di stimolo è il canto di un maschio. I maschi richiedono un tempo di preparazione più lungo delle femmine (questo spiega perché a volte le uova sono infeconde). Perché il maschio sia pronto contemporaneamente alla femmina, lo si può alloggiare a parte, sottoponendolo più precocemente ad un programma luce adeguato.

 

L’ e l’allevamento dei piccoli

La femmina mostra di essere pronta alla riproduzione manifestando una certa irrequietezza ed emettendo frequenti richiami, il maschio invece cantando e portando il cibo alla compagna. L’accoppiamento dura uno o due secondi: il maschio sale sopra la femmina, premendo la sua cloaca contro quella della compagna, e quindi i due animali si separano.

Perché la riproduzione abbia buone possibilità di successo si devono lasciare a disposizione della coppia dei nidi (i cestini di vimini, fatti a coppa, sono adeguati) e abbondante materiale per il nido. Materiale adeguato è rappresentato da piccoli fili di cotone, erba secca o paglia, fibre di cocco o agave. Evitate con cura il materiale costituito da sottilissimi fili, in vendita proprio come materiale da nido, perché può attorcigliarsi intorno alle dita o alle zampe bloccando la circolazione.

Terminato il nido, la femmina depone il primo uovo. Di norma vengono deposte da quattro a sei uova, con la cadenza di una al giorno. Poiché la femmina inizia la cova appena deposto il primo uovo, i piccoli nascerebbero ad intervalli di un giorno uno dall’altro, e questo darebbe all’ultimo nato poche possibilità di sopravvivere accanto ai fratelli più grandi. Per fare in modo che tutti i piccoli nascano contemporaneamente, è consuetudine sostituire l’uovo appena deposto con uno di plastica (la canarina non è in grado di notare la differenza). La sostituzione deve avvenire in un momento in cui l’uccellino lascia il nido per andare a bere. Poiché le uova sono molto fragili devono essere asportate dal nido con un apposito cucchiaino (in vendita nei negozi per animali, come pure le uova finte). Nel frattempo le uova vere vengono conservate in un contenitore aperto, imbottito di cotone, al riparo dal caldo e dal freddo eccessivo.

Terminata la deposizione, le uova finte vengono tolte e quelle vere rimesse al loro posto.

Anche una femmina sola può fare il nido e deporre le uova. Anche se non sono fertili, e quindi non potranno schiudere, è consigliabile lasciare che le covi. Se venissero tolte, potrebbe continuare a deporne, con potenziali danni per la sua salute.

La cova è affidata alla femmina, che lascia il nido solo per brevi momenti per defecare e bere; il maschio ha il compito di alimentare la compagna, che riceve il cibo dal suo gozzo.

Per tutto il periodo della cova occorre disturbare la coppia il meno possibile, per evitare che le uova vengano abbandonate.

 

L’importanza del 

L’attività riproduttiva dei canarini, come avviene in genere per le specie dei climi temperati, dipende dalla durata delle ore di luce della giornata (fotoperiodo). La luce, infatti, stimola i fotorecettori presenti nel cervello; quando si raggiunge una precisa durata delle ore di luce, viene innescato il rilascio a cascata di una serie di ormoni, ultimi dei quali sono gli ormoni sessuali che stimolano le gonadi. La sensibilità al fotoperiodo adeguato avviene solo se vi è stato in precedenza un periodo di riposo, con fotoperiodo breve.

Molti problemi nella riproduzione insorgono dalla gestione sbagliata del fotoperiodo; se la luce viene gestita male si può causare una diminuzione della riproduzione.

Il fotoperiodo può essere modificato in due modi. Il primo consiste nell’effettuare un lieve aumento settimanale, ad esempio di 30 minuti la settimana per 10 settimane. Il secondo consiste nell’effettuare un incremento improvviso, passando bruscamente da 10 a 15 ore di luce al giorno, ottenendo l’entrata in riproduzione in circa quattro settimane. Il primo metodo è il migliore, perché permette di ottenere risultati più durevoli rispetto il secondo. Inoltre, con il secondo metodo aumenta la mortalità delle femmine a causa di disturbi ormonali e ritenzione delle uova.

In genere l’effetto massimo nei canarini si ha con il raggiungimento di un fotoperiodo di 14 ore. Nel maschio l’effetto del fotoperiodo appropriato è molto rapido, con la produzione di testosterone nell’arco di meno di 24 ore. Come conseguenza si ha la manifestazione dei caratteri sessuali secondari: canto territoriale, ingrossamento dei testicoli e della cloaca, corteggiamento.

La risposta della femmina all’allungamento del fotoperiodo è meno evidente, e può richiedere la presenza di un maschio sessualmente attivo per stimolare l’attività di costruzione del nido e la deposizione delle uova. E’ opportuno che l’allungamento delle ore di luce avvenga in modo graduale, per evitare che il maschio divenuto improvvisamente attivo molesti una femmina più lenta a rispondere al fotoperiodo adeguato. Molti allevatori utilizzano una gabbia in cui maschio e femmina sono separati da un divisorio, che permette al maschio di nutrire la femmina attraverso un’apertura. Periodicamente la separazione viene rimossa, e quando la femmina accetta il maschio, vengono lasciati insieme. Il nido viene lasciato nella parte del maschio, insieme al materiale per imbottirlo.

Questo meccanismo di fotosensibilità è molto delicato. Una volta raggiunto il fotoperiodo adeguato, questo deve essere mantenuto costante senza sbalzi, altrimenti una mancanza di luce o un fotoperiodo variabile costituirà uno stimolo per il blocco della riproduzione e l’induzione della muta. Anche un fotoperiodo più lungo può causare un accorciamento del periodo riproduttivo e una muta precoce. Una volta che inizia la muta, termina immediatamente l’attività riproduttiva. Il fotoperiodo non deve superare le 17 ore di luce il giorno, altrimenti avremo problemi nel mantenere lo stato riproduttivo e la fecondità.

Dopo un certo periodo di giornate con molte ore di luce, gli uccelli diventano refrattari alla fotostimolazione, e calano i livelli di ormoni sessuali. Alla fine dell’inverno, quando le giornate tornano ad allungarsi, si ripete il ciclo.

Dopo che i piccoli sono stati tolti, la coppia spesso nidifica ancora. Due covate non comportano problemi alla femmina, e in genere neppure tre. Dopo la terza è opportuno togliere il nido e separare i genitori. A questo punto in genere inizia la muta, e l’alimentazione deve essere ancora ricca di proteine per favorire lo sviluppo del piumaggio.

 

Aspetti tecnici della luce

Lo spettro della luce va da 100 nm (che corrispondono ai raggi ultravioletti, UV) a 1.000.000 nm (che corrispondono ai raggi infrarossi). La luce ultravioletta è importante per la sintesi della vitamina D (indispensabile per il metabolismo del calcio, e quindi per lo sviluppo delle ossa e la formazione del guscio). E’ inoltre importante per la visione degli uccelli, che infatti riescono a vedere nello spettro della luce ultravioletta A, e che quindi percepiscono i colori in modo molto diverso da noi, e con una “dimensione” aggiuntiva che a noi sfugge totalmente. La luce ultravioletta è quindi importante per il loro benessere “psicologico” perché stimola un comportamento più naturale, sia per quanto riguarda l’assunzione dell’alimento che la ricerca del partner. Dal momento che la luce ultravioletta migliora le capacità riproduttive di molte specie di uccelli, in commercio si trovano delle lampade UV appositamente per uso aviare.

L’intensità minima consigliata di luce nella stanza in cui sono tenuti i canarini va da 500 a 1000 lux (per fare un paragone, la luce solare ha un’intensità di 100.000 lux).

Le normali lampade al neon hanno una frequenza di 50 hertz; questo crea agli uccelli un effetto stroboscopico (vedono la luce oscillare ad una frequenza altissima, come accade a noi con gli effetti speciali delle luci da discoteca). Questo effetto può risultare di grande disturbo agli animali, e per evitarlo si devono usare lampade che abbiano una frequenza di almeno 150 hertz, in modo che vedano la luce fissa. In alternativa, si possono usare più lampade, in modo annullino reciprocamente l’effetto stroboscopico.

Alla notte si può lasciare una debole luce, con una lampadina da 7 watt, che è preferibile al buio completo

 

e controllo delle malattie negli allevamenti

 

“Prevenire è meglio che curare”

 

Quarantena

A causa dell’elevato numero di soggetti presenti in allevamento, della difficoltà di trattare singolarmente i soggetti e di eliminare una malattia una volta che è stata introdotta nel gruppo, è di estrema importanza rispettare le misure di quarantena prima dell’introduzione di nuovi soggetti, che dovrebbero anche essere esaminati ed eventualmente trattati per i parassiti esterni ed esterni. I canarini appena acquistati devono essere tenuti separati dal gruppo, idealmente in un diverso edificio, ma al limite in una stanza separata. Devono essere accuditi per ultimi, dopo gli altri animali. I recipienti del cibo e gli abbeveratoi delle loro gabbie non devono essere lavati insieme con quelli del gruppo. Anche i contenitori del cibo per gli animali in quarantena devono essere separati, in modo che non vi siano possibili contaminazioni.

Il periodo di quarantena dovrebbe durare 30-45 giorni; se al termine i nuovi animali non mostrano segni di malattie, possono essere messi insieme agli altri canarini.

Le stesse precauzioni si applicano agli animali ammalati, che devono essere immediatamente isolati da quelli sani e alloggiati in un diverso ambiente. Vanno inoltre applicate agli animali che sono stati a mostre, fiere ed esibizioni, rispettando un periodo di quarantena di almeno due settimane.

 

Isolamento da fonti esterne di contaminazione

Un’altra importante misura di profilassi consiste nell’impedire agli uccelli selvatici, a topi e ratti di avere accesso all’allevamento; questi animali possono essere responsabili dell’introduzione di un gran numero di patogeni (virus, batteri, parassiti interni ed esterni).

Impedire agli insetti di accedere ai locali dove sono alloggiati gli uccelli è di estrema importanza, soprattutto come profilassi contro il vaiolo. Ciò si ottiene con l’uso di zanzariere e di prodotti antiparassitari sui pavimenti e sulle pareti. Durante il periodo riproduttivo si deve impedire di avere accesso all’allevamento agli estranei, in particolare persone coinvolte nell’allevamento dei canarini, appassionati, negozianti. Analogamente, il proprietario dell’allevamento deve prendere ogni precauzione per non fungere esso stesso da veicolo visitando altri allevamenti o negozi.

 

Igiene

L’importanza dell’igiene non può essere sottolineata a sufficienza. Maggiore è l’igiene dell’allevamento o della gabbia singola, minore è la carica batterica e parassitaria presente. Per raggiungere un buon livello di igiene non è sufficiente utilizzare un disinfettante, ma bisogna prima asportare con cura la sporcizia e le incrostazioni. Infatti i germi risultano protetti da questo materiale, dove il disinfettante non arriva ad agire. Come disinfettanti si possono utilizzare il lisoformio o la varechina diluita; la clorexidina è un ottimo disinfettante, ma più costosa. Dopo alcuni minuti di contatto i disinfettanti devono essere risciacquati con cura.

 

Isolamento dei soggetti ammalati e disinfezione

Un soggetto ammalato deve essere prontamente isolato, posto in una gabbia singola in un locale diverso da quello dove viene tenuto il resto dei soggetti. La voliera in cui si trovava deve essere accuratamente pulita e disinfettata, insieme a tutti gli accessori. Oggetti di legno o di materiale non facilmente disinfettabile devono essere eliminati.

 

Ricambio d’aria e qualità dell’aria

Nel locale in cui sono alloggiati gli uccelli è essenziale assicurare un ricambio costante d’aria, perché sia sempre fresca e pulita, evitando tuttavia sbalzi di temperatura e correnti d’aria. Anche durante l’inverno il ricambio d’aria deve essere garantito. Nei locali in cui si tengono le gabbie è di grande utilità l’uso di un depolverizzatore, che abbatte la carica delle polveri presenti.

Esami necroscopici

Idealmente, quando si verificano dei decessi in allevamento, tranne forse che per casi sporadici o incidenti, ha un valore grandissimo l’esecuzione di una necroscopia e di esami collaterali sugli uccelli morti. In particolare, nel caso di malattie batteriche l’esecuzione di esami colturali e antibiogrammi permette di identificare esattamente l’eventuale agente patogeno coinvolto e di instaurare una terapia antibiotica mirata. L’uso indiscriminato di antibiotici in allevamento porta spesso allo sviluppo di forme di resistenza. La necroscopia è utile anche per diagnosticare problemi dovuti a parassiti interni ed esterni.

I soggetti morti devono essere consegnati al laboratorio prima possibile; fino alla consegna possono essere conservati in frigorifero, ma non devono essere congelati.

 

Tratto dal sito della S.I.V.A.E. (Società Italiana Veterinaria per Animali Esotici) – www.sivae.it

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