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BIRDGARDENING

“BIRDGARDENING” LA NUOVA PASSIONE DEGLI ALLEVATORI  e non solo …

Chi lo pratica è un amante della natura ed ha una vera e propria passione per il mondo alato.

Letteralmente “birdgardening” sta per “giardinaggio per gli uccelli” cioè finalizzare il proprio giardino o pezzetto di terra, ma anche il proprio terrazzo o addirittura il balcone, all’ospitalità degli uccelli. Il giardino, grande o piccolo che possa essere, è uno spazio in cui i volatili possono ritrovare condizioni in grado di surrogare il loro habitat naturale. Alberi e cespugli su cui posarsi, erba e terra in cui poter cacciare insetti.  L’ideale è accogliere una coppia di nidificanti per ogni 100 mq di giardino. Ovviamente questo dato può essere variato a seconda del grado di urbanizzazione del territorio e delle specie nidificanti. Sulla base di questo rapporto si possono organizzare le risorse necessarie ad accogliere i nostri ospiti. Anche le terrazze possono offrire ospitalità agli uccelli, purchè gli stessi non vengano disturbati e vengono disposte in modo adeguato le mangiatoie e le piante. In ogni caso anche una sola nidificazione su di una terrazza è un eccellente risultato!

L’idea non è di oggi ma risale a ben due secoli fa. Fu mister Charles Waterton (1782 – 1865) il primo ideatore di questa pratica che creò un posto totalmente selvatico per ospitare animali di piccola taglia ed in particolare i volatili. Mister Waterton creò nel suo pezzetto di terra un habitat ideale per tutta la piccola fauna tra lo stupore e l’incredulità di tutti i suoi concittadini inglesi la cui mentalità era quella del prato rasato, delle aiuole curate e del giardino in perfetto ordine. Si dedicò all’osservazione ed alla protezione della fauna locale e creò quella che è stata definita la prima riserva naturale al mondo, dove addirittura formò un laghetto artificiale. In una società in cui molte persone uccidevano gli animali selvatici per cibarsi o solo per sport, l’hobby di Waterton sembrò molto eccentrico ai suoi contemporanei.

Attualmente la “pazza idea” del sig. Charles è condivisa da molte persone amanti della natura, da diversi allevatori di uccelli (F.O.I.), da lungimiranti ed accorti operatori agricoli per ricevere concreti aiuti alla loro attività ed addirittura da scolaresche nell’ambito di percorsi educativi all’avanguardia. Ovviamente non ci si può improvvisare: occorre seguire alcune precise regole. Attirare animali selvatici nel proprio giardino può essere molto rischioso, non tanto per l’uomo quanto per gli animali e per il sistema di equilibri naturali con cui l’uomo va ad interagire. Nidi di dimensioni troppo ridotte, assenza di protezione dagli altri animali domestici o selvatici, l’uso di pesticidi, possono rappresentare trappole micidiali per i nostri ospiti. La costruzione di laghetti artificiali o la falciatura dell’erba possono distruggere intere nicchie ecologiche. Molto spesso l’uomo, consapevole o ignaro, ha arrecato danni irreparabili alla natura. Cercare di porre dei rimedi non può e non deve restare solo un hobby, ma un atteggiamento riconosciuto e perseguito da tutti.

Innanzitutto bisogna capire quali specie di uccelli si possono attirare, in funzione di quelle presenti in loco. Si passa poi all’individuazione delle piante più adatte a fornire cibo ed alloggio. Sono idonee sia le piante ad alto fusto, sia le siepi;  anche gli alberi morti vanno bene, mentre l’edera rappresenta una soluzione ottimale. Tra li alberi l’alloro (Laurus Nobilis) e il bosso (Buxus Sempervirens) sono tra i migliori. Tutti i cespugli e gli arbusti non vanno potati o tagliati, mentre le piante da frutto non vanno trattate con antiparassitari o con altri prodotti chimici. Foglie secche, arbusti e rami vanno lasciati da qualche parte, mentre è buona norma riservare anche un angolo alle erbe come il tarassaco, l’ortica, il cardo ecc..

Affinchè gli uccelli non frequentino il giardino in modo troppo fugace si deve passare alla fase dell’installazione dei nidi e delle mangiatoie. I nidi sono importanti per la riproduzione e per fornire un ricovero notturno specialmente nel freddo periodo invernale. Anche se gli uccelli cominciano la costruzione del nido generalmente in primavera, il periodo migliore per l’installazione dei nidi artificiali è in autunno/inverno. Difatti, se collocati in anticipo, gli uccelli che frequentano la zona hanno tempo a disposizione per prendere “confidenza” con la nuova struttura ispezionandola. In estate, dopo il periodo riproduttivo, è bene rimuovere i nidi, per rimetterli nuovamente l’autunno successivo puliti, restaurati e trattati con appositi antiparassitari. Se si vuole impermeabilizzare il legno con olio o resine, che conferiscono alla struttura maggiore resistenza agli agenti atmosferici, è meglio molto tempo prima dell’installazione del nido al fine di far svanire le esalazioni provocate dagli agenti chimici. Il supporto a cui fissare il nido deve essere collocato saldamente in un luogo riparato e tranquillo fuori dalla portata di bambini, gatti ed altri animali domestici. Ideali per fissare il supporto sono il filo di ferro o dei chiodi, tuttavia è consigliabile l’uso di ferro plastificato se si pensa di installare il nido su alberi e di rimuoverlo per le pulizie. Il nido non deve essere inclinato verso l’alto, ma verso il basso per proteggerlo dalla pioggia e dal sole. L’ingresso deve essere orientato a Sud-Est ed è opportuno praticare un paio di piccoli fori sul fondo del nido per favorire il deflusso di eventuale acqua infiltrata. Ideale se vicino al nido viene posto un posatoio per assecondare le abitudini dei volatili di sostare per il controllo delle vicinanze prima di entrare all’interno. Deve essere collocato in posti al sicuro da predatori (rapaci, gatti, scoiattoli ecc.) e ad una altezza tale che ne sia consentito l’accesso solo a persone attrezzate appositamente cioè fra i 2 e i 4 m, dissuadendo così i visitatori occasionali ed improvvisati. Le cavità a forma di parallelepipedo o cilindriche, in grado sopportare le intemperie, che non consentono il ristagni di acqua e che diventano idonee per talune specie di uccelli in base alla loro dimensione, al diametro del buco di ingresso ed all’altezza dello stesso dal fondo interno del nido. A titolo di esempio per una cinciallegra la base in cm dovrebbe misurare 11×11 con un foro di entrata di 2,8 sito ad un’altezza dal fondo di 13 cm. Se anzichè costruirlo lo si acquista è meglio evitare i tipi in plastica a vantaggio di quelli in legno, materiale più naturale. La costruzione dovrebbe avere il coperchio sollevabile per consentire eventuali ispezioni e soprattutto le manutenzioni di fine stagione. Conoscendo le fasi della riproduzione è possibile effettuare osservazioni e foto nei momenti più opportuni senza disturbare gli uccelli nelle delicate fasi della scelta del nido e dell’incubazione. Nel periodo della cova è possibile ispezionare il nido anche alzando il coperchio, ma solo se non è presente nessuno degli adulti poichè per reazione potrebbero abbandonare le uova. Quando sono, invece, presenti i pulcini, se disturbati, i genitori difficilmente abbandoneranno la nidiata però eviteranno di usare il nido nelle stagioni successive.

Molta attenzione occorre anche per le mangiatoie, non molto utili in estate, ma essenziali in inverno quando il cibo scarseggia per le avverse condizioni climatiche. Il cibo deve essere posato su superfici coperte al riparo dalla pioggia e dal vento ad un’altezza da terra che non consente il balzo ai gatti (anche se molti uccelli come merli e fringuelli preferiscono cibarsi a terra con il mangime caduto). Le mangiatoie vanno controllate, pulite con frequenza da rimasugli di cibo e sterco per evitare l’insorgere delle malattie (come la salmonella) e portare gli uccelli alla morte. Per cercare di attirare il maggiore numero di specie è bene diversificare il cibo e separare le mangiatoie. Caratteristica essenziale è che il luogo dell’installazione della mangiatoia deve avere come requisito principale la tranquillità. Ideali sono i punti non battuti dal vento o dalla pioggia, non facilmente accessibili ai felini ed altri animali domestici. Per proteggere le installazioni dai predatori il lato della mangiatoia con la via di fuga più ampia deve essere rivolto possibilmente verso la siepe più vicina, in modo che gli uccelli possano ripararvisi in caso di pericolo. Si raccomanda di non portare cibo durante l’inverno se non si è certi di poter continuare il servizio fino all’arrivo della bella stagione. Meglio evitare gli avanzi di cucina come resti di dolci e formaggio e tutto ciò che è salato o cotto. Si può preparare una miscela a base di avena, frumento, papavero, girasole, miglio e canapa che rappresentano i semi più apprezzati dagli uccelli granivori. Tale composizione permette di evitare gli sprechi di quelli poco graditi dagli ospiti.

Importantissimi sono anche le vasche e gli abbeveratoi difatti non solo la sete ma anche la pulizia igienica è un bisogno fisiologico molto sentito dai volatili specialmente nel periodo estivo. In questo caso in aggiunta alle raccomandazioni già proposte per le mangiatoie soprattutto in termini di sicurezza da eventuali attacchi va ricordato che non bisogna superare i 3/4 cm di profondità al fine di evitare possibili annegamenti. Sono disponibili in commercio apposite bacinelle in plastica di diverse grandezze da interrare, ma si possono benissimo realizzare anche con un foglio di plastica con uno spessore minimo di 0,8 mm. Si comincia scavando una buca dalla grandezza desiderata liberandola da pietre e radici che possono danneggiare il foglio di plastica. E’ opportuno sistemare nella buca uno strato di sabbia per preservare da danneggiamenti il lato inferiore del foglio. Al centro dello stagnetto si possono collocare anche delle pietre mentre i bordi devono essere piatti e non ripidi. Il foglio dovrà fuoriuscire dai margini di almeno 20 cm in modo che l’acqua non sarà assorbita  dal terreno quanto gli uccellini la faranno trasbordare durante il bagnetto. Il margine del foglio che fuoriesce deve essere ricoperto di terra e pietre spargendo uno strato di ghiaia di circa 1 cm di spessore. Una o più grosse pietre costituiranno il luogo di sosta durante la fase di cura del piumaggio. Possono anche essere disposte delle piante sulle sponde dello stagno solo se lo stesso è molto grande e se non offrono riparo ai gatti o altri animali. Se i gatti rappresentano un problema fondamentale nel vostro giardino, o se avete un terrazzo per cui non è possibile scavare una buca, potete costruire un abbeveratoio conficcando nel terreno o in un vaso molto pesante, un palo alto circa 150 cm e 10 di diametro. Si fissa alla sommità con delle viti una base 25 x 25 cm e si pone al di sopra una ciotola riempiendola con acqua fino a 3 cm di altezza e con una pietra all’interno per la sosta e per la cura del piumaggio.

Nel piccolissimo giardino adiacente al mio allevamento di “Gloster”  ho già installato un paio di nidi, una mangiatoia ed un abbeveratoio con la speranza di ricevere in questa imminente primavera almeno una graditissima coppia di uccellini che con la loro cova potranno allietare le giornate e confermare il motto della nostra F.O.I. ONLUS e allora si che

 

“Allevare è Proteggere” .

 

Un saluto ed una buona stagione cove a tutti gli allevatori.

 

Testo di Tommaso Angrisani

 

Articolo pubblicato sulla rivista “Italia Ornitologica” (n. 3 marzo 2008).